A metà settembre, ricorda l’associazione Coscioni, aveva chiesto alla Asl di competenza del territorio in cui ella viveva di poter perdere la vita in modo assistito. La struttura aveva negato l’accesso a tale pratica. Da qui la decisione di andare in Svizzera, dopo poi è deceduta in queste ore.
La Asl dal canto suo ha spiegato che la donna non avesse i requisiti previsti dalla legge Cappato/Dj Fabo per poter accedere a tale pratica, che in Italia viene concessa solo in determinati casi.
In particolare la commissione medica della Asl ha ritenuto che alla donna mancasse il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale.
Nel frattempo Marco Pedurca e Marco Cappato, che hanno accompagnato la donna in Svizzera, si autodenunceranno nelle prossime ore presso la caserma dei carabinieri di Vittorio Veneto a Roma appunto per aver aiuto la donna a perdere la vita. Rischiano fino a 12 anni di reclusione se ritenuti colpevoli. Ad accompagnare i due in caserma ci sarà Filomena Gallo, legale difensore e segretario nazionale dell’associazione Coscioni.